L’e-commerce al tempo del coronavirus: chi vola in alto e chi ha il timore di precipitare

In questo periodo di difficoltà in cui si richiede a tutti gli italiani di rimanere a casa e uscire unicamente per motivi necessari e urgenti, gli acquisti online stanno riscontrando un notevole incremento.

Ma analizzando i dati si nota come l’aumento delle vendite a distanza riguarda principalmente il settore degli alimentari e dell’igiene. Tutti gli altri settori sono invece in forte calo.

I settori dell’ecommerce che registrano un maggior aumento

Durante la settimana tra lunedì 2 e domenica 8 marzo, sono aumentate dell'82,3% le vendite online di prodotti di largo consumo. Il dato sull'ecommerce, rilevato dalla ricerca effettuata da Nielsen, è "n linea con il trend della settimana precedente, quando era appena partita in Italia la paura, poi divenutà realtà, di una epidemia sanitaria. Le vendite sono poi continuate ad aumentare nella settimana successiva.

Gli italiani nell'ultima settimana hanno fatto il pieno di prodotti a lunga conservazione, per quello che Nielsen definisce 'effetto stock': aumenti a doppia cifra per riso (+28,8%), pasta (+29,6%), conserve animali (+19,9%) . Accelerano anche gli ingredienti di base che segnano +40,2%, con la farina che spicca a +57,5%. Sotto media invece la crescita delle bevande (+6,8%), trainate principalmente dai comparti birra (+10,4) e vino (+9,6%).

Vista la crisi sanitaria in corso, cresce il comparto 'prevenzione e salute' con un aumento delle vendite delle categorie per la cura della casa (+19,6%), trainata in particolare dal segmento detergenti superfici (+37,8%).

Come si può immaginare, continua anche la crescita di sapone per le mani, liquido e solido, con un trend del +64,3%, e la crescita dei saponi intimi con un +25,2%.

I settori dell’ecommerce che han timore di un futuro calo delle vendite

Con l'Italia “a casa” calano innanzitutto le vendite online di tutto ciò che è legato all'estetica: cosmetica (-17,3%), profumeria (-23,1%) e depilazione (-6,7%).

Un sondaggio su 304 rivenditori condotto da Digital Commerce 360 ha riscontrato che tra i negozianti non appartenente al settore alimentare, come abbigliamento, articoli sportivi, calzature, ferramenta, profumerie etc. c’è in effetti molta confusione e incertezza tra i rivenditori.

È importante notare che i rivenditori sono realistici, poiché uno su tre ritiene che sia troppo presto per dire come il coronavirus li influenzerà in merito alle aspettative finanziarie ma quasi la metà degli intervistati, tenendo conto di come stanno andando ora le vendite, pensano che subiranno un calo del proprio fatturato basato sulle vendite online

La domanda che è stata posta ai rivenditori:
Quali sono le tue aspettative finanziarie aziendali rispetto al coronavirus e al tuo business al dettaglio?


La maggior parte dei rivenditori (58%) riconosce che ci sarà un certo impatto sulla fiducia dei consumatori. Ad oggi, gli altri sono equamente divisi: il 22% ritiene che sarà significativo, mentre il restante 20% del progetto sarà limitato o senza impatto.

Oggi possiamo e dobbiamo essere positivi

Lo studio è dell’Osservatorio eCommerce B2C promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano ha riscontrato che gli articoli di elettronica e di informatica sono i prodotti più venduti (19% della quota complessiva) mentre al secondo posto troviamo i capi di abbigliamento che raggiungono il 16%. Interessante anche la crescita del food con un rialzo del 40% e degli articoli di arredo (home living) in aumento del 30%. Rimarranno così i numeri o come molti si aspettano subiranno un forte calo?

Quello che è sicuro è che tutti i rivenditori dovranno utilizzare e sfruttare tutte le loro risorse per stimolare e sostenere la domanda dei consumatori, incluso il mantenimento e persino l'incentivazione degli sforzi di marketing digitale per il prossimo futuro perché è "domani" che si giocherà veramente la partita, con precise strategie di marketing, promozioni ricche di offerte e sconti e coinvolgimento della propria clientela.

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